Luyện nghe bài hát Nostra Signora Dell'ipocrisia

F.Guccini
Alla fine della c'era nell'aria un silenzio strano
ragliava con meno boria e qualcun altro grugniva piano.
Alle sfilate stilisti si trasgrediva con meno allegria
ed in visi sazi e stravisti pulsava un'ombra di malattia.
Un artigiano di scoop forzati scrisse che gi si scorgeva
e fra sponsorizzati vidi un anchorman che piangeva
e poi la nebbia discese a banchi ed il segn tempesta
ci svegliammo pi vecchi e stanchi, amaro in bocca, cerchio testa.
Il delle Ceneri ci confessarono bene o male
che la festa era ormai finita, ormai il Carnevale.
E proclamarono penitenza e in giro col cilicio
ruttando austeri:" ci vuol pazienza, siempre adelante, ma con ".
E fecero voti con scaltra a Nostra Signora dell'Ipocrisia
una mano lavasse l'altra, tutti colpevoli e cos sia
e ed un po' pregando incenso sparsero al loro dio
sempre accusando, sempre il responsabile, non certo io.
La domenica di Quaresima fu processione di etere di stato
dai a diversi pollici, dai furbi del " chi ha dato, ha dato
".
Ed echeggiarono tutte le sere rintocchi schioccanti a morto
Amen, Mea Culpa e Miserere, ma neanche un che sia risorto.
E i cavalieri di tigri a ore e i trombettieri senza
inamidarono un nuovo pudore, misero a lucido un nuovo
si and alle con casto lusso e i quiz pagarono sobri milioni
e in si linci il riflusso per farci ridiventare buoni.
Cos domenica dopo domenica fu una davvero cupa
quel lungo della quaresima rise la iena, ulul la lupa,
stelle comete ed prodigi facilitarono le conversioni
mulini tornaron grigi, candidi agnelli certi ex leoni.
Soltanto i pochi che si dissero che era l'usato passo
dai soliti che ci marciavano per poi rimetterlo sempre l, in
basso.
Poi tutto tacque, ragione, si plac il cielo, si pos il mare,
solo in resurrezione, piano, in silenzio, torn a pensare.